Sempre più spesso Alba, la città in cui vivo, viene invasa da turisti eno-entusiasti che per alcuni giorni si dedicano a degustazioni di Barolo e Barbaresco, per le vie della città o nelle varie cantine sparpagliate nelle Langhe. Osservare tutte queste persone intente nelle degustazioni mi ha dato modo di riflettere. In una degustazione il primo contatto con il vino è di tipo visivo. La vista ci fornisce la prima informazione sulla sua qualità, osservandone il colore.
I colori del vino variano dal giallo paglierino chiaro per i vini bianchi, al rosso granato scuro per i vini rossi, con moltissime variazioni di tonalità, intensità e trasparenza.
Ma come funziona la percezione dei colori?
Il colore di un oggetto è dato dalla quantità di luce bianca che per ciascuna lunghezza d’onda, quell’oggetto riflette o assorbe.
La radiazione luminosa riflessa attraversa una parte dell’occhio fino ad essere assorbita dai fotorecettori della retina. I fotorecettori sono sensibili a tre diverse lunghezze d’onda che corrispondono ai tre colori fondamentali: il rosso, il verde e il blu. Da qui si generano dei segnali nervosi che, inviati al cervello attraverso il nervo ottico, danno origine allo stimolo di colore. Nella nostra retina abbiamo 2 tipi di fotorecettori: i coni, preposti alla visione diurna ed ai colori, maggiormente concentrati nella macula e nella fovea e i bastoncelli preposti alla visione notturna.
I coni si concentrano nella fovea sono deputati alla visione dei colori (fotopica) e alla visione distinta; ne esistono almeno tre tipi diversi, rispettivamente per il rosso, il verde e il bluLa retina è la parte più importante della nostra visione, cioè quella deputata a trasmettere le immagini ricevute, ed in essa focalizzate, al nostro cervello, che elaborerà tutti i dati e ci permetterà di vedere, l’immagine ricostruita, colorata e ricomposta. |
In conclusione, noi vediamo il vino non come in effetti veramente e’, ma mediante sensazioni cerebrali che interpretano la realtà generando immagini, odori e sapori. Ciò non vuol dire che la nostra elaborazione cerebrale delle percezioni sensoriali sia illusoria , ma che ciò che percepiamo e’ frutto di una trasfigurazione della realtà, attuata dal cervello in modo tale da essere utile per valutarne le sua qualità.
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